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Sabato 29 e domenica 30 gennaio 2010
Giornata diocesana per la Pace
Per essere costruttori di vera pace
Nel pomeriggio di sabato 29 gennaio più di cento giovani si sono ritrovati, caldamente accolti dalla parrocchia di San Leonardo, per seguire le proposte della Giornata diocesana per la pace. Il tema era l'impegno per ridare speranza ai poveri e per essere costruttori di pace.
Le sollecitazioni che hanno motivato la proposta venivano sia dal campo religioso che da quello laico: la campagna Zero Poverty promossa da Caritas Europa, il 2010 anno europeo di lotta alla povertà e all'esclusione sociale, il 2011 anno europeo per il volontariato e la campagna Stand Up Take Action.
E proprio da queste sollecitazione sono partite le attività del pomeriggio. Alcuni video hanno ricordato a tutti le situazioni di povertà e di sofferenza che in tante parti del mondo, ma anche nel nostro paese, colpiscono milioni di uomini, donne e bambini. Particolarmente significativo il contributo video del Sermig - Arsenale della pace di Torino che riprendeva dati e numeri proposti da molti dossier dell'ONU e che si concludeva con l'interrogativo posto ad ognuno di noi circa la parte da cui stare: da quella dei poveri o da quella dell'indifferenza che si sviluppa con il nostro benessere?
Sei erano le parole-guida:
Nuovi stili di vita; Glocalizzazione; Partecipazione e cittadinanza attiva; Legalità; Chiesa e poveri; Dignità.
Su questi temi si sono sviluppati altrettanti work-shop nei quali si sono divisi i giovani presenti.
Nel gruppo sui Nuovi stili di vita si è riflettuto sul peso che il nostro modello di vita fa gravare su tutta la terra. Ma ha anche messo in evidenza che partendo da piccole cose e da piccole attenzioni è possibile generare grandi cambiamenti. La spinta alla sobrietà e all'attenzione all'ambiente possono permettere una rivoluzione. L'invito è stato quello di riflettere, di valorizzare le diversità, di saper scegliere e di responsabilizzarsi.
Il termine Glocalizzazione è per molte persone sconosciuto ma permettere di iniziare a ragionare sul rapporto fra scelte locali e conseguenze globali. Ci interroga su cosa è possibile fare a livello personale.
Quale rapporto fra dignità e lavoro, fra diritti e doveri è stato al centro del work-shop su Partecipazione e cittadinanza attiva. E significativamente è stata posta al centro dell'attenzione la nostra costituzione e l'importanza di conoscerla sempre meglio.
I volontari dell'associazione Libera ci hanno aiutato ad approfondire il significato della parola Legalità: come rispetto del pensiero altrui, del prossimo e delle leggi, come giustizia, uguaglianza, onestà, trasparenza e difesa dei beni comuni.
Mentre l'associazione Articolo 3 ha voluto sottolineare il tema della Dignità e diritti umani. L'invito è stato quello di analizzare in modo critico la realtà quotidiana ed essere "sentinelle" in grado di denunciare le discriminazioni in ogni ambito.
Infine, in quanto parte di una comunità di credenti, si è cercato di riflettere su rapporto fra Chiesa e povertà. Guidati dalla convinzione che non c'è carità ed amore senza giustizia, i ragazzi hanno iniziato a scoprire i criteri e le modalità con cui le Opere Segno della nostra diocesi cercano di aiutare i poveri.
La partecipazione dei ragazzi ai work-shop è stata molta significativa. Hanno dato un contributo importante e critico alla discussione. E soprattutto hanno saputo indicare piste su cui camminare e impegni concreti da intraprendere.
Tra le povertà invisibili
incontro con i luoghi della carità mantovana
Una consapevolezza nuova è stata quella dei giovani che domenica mattina 30 gennaio hanno incontrato alcuni dei luoghi più significativi della carità mantovana. I giovani infatti sono stati richiesti di andare ad incontrare e conoscere luoghi che per molti di loro erano sconosciuti o quasi. Il centro di ascolto C.A.S.A. S. Simone di Mantova, l'Associazione Marta Tana di Castiglione delle Stiviere, il Centro di Ascolto di Suzzara, il centro Aiuto alla Vita di Mantova, Casa Mamrè di Mottella e Casa della Rosa di Goito, sono state le mete della mattina dei ragazzi.
Giunti sul luogo i ragazzi sono stati accompagnati a conoscere le povertà a cui quei centri cercano di dare risposta, mostrando un mondo invisibile di cui molti loro non avevano mai sentito parlare. Proprio l'invisibilità di certe storie è stato l'aspetto che più ha colpito i ragazzi, aggiungendo anche che un paese che tuteli la dignità delle persone non può chiudere gli occhi di fronte ad una povertà crescente e che tocca sempre di più da vicino anche famiglie mantovane che fino a poco tempo fa avevano una loro autonomia.
Le domande e le reazioni dei ragazzi hanno evidenziato come l'informazione maggioritaria e spesso monopolizzata da pochi, non dà voce e queste storie di uomini e donne invisibili, e ha suscitato vivo interesse in loro la possibilità di collaborare come volontari nei centri visitati.
Il viaggio attraverso questi luoghi ha permesso ai giovani di toccare con mano quella carità concreta e intelligente che ha sempre accompagnato l'agire della chiesa e della nostra chiesa mantovana e li ha aiutati ad irrobustire una coscienza critica che loro stessi hanno espresso come desiderio e come impegno. Un grazie particolare a tutti questi centri che ci hanno accolti e che quotidianamente vivono una logica differente: quella della solidarietà con gli ultimi.
(Articolo tratto da la Cittadella di venerdì 4 febbraio 2011)
Noi "ci mettiamo la faccia"
Noi siamo disposti a farlo, e voi?
Lettera dei giovani alle autorità locali
Lettera dei giovani letta davanti al Vescovo Roberto, al Sindaco di Mantova Sodano e all’assessore provinciale Castelli
Carissimi,
ancora una volta noi giovani siamo riuniti per confermare e testimoniare l’importanza della pace e della carità per costruire una società capace di trovare una nuova dignità, con l’obiettivo di arrivare all’incontro con l’altro e alla vera accoglienza.
Per costruire la pace occorre però innanzitutto ridare speranza ai poveri. Ecco dunque l’esigenza di proporre ai giovani questa “2 giorni” di riflessione e confronto su tematiche collegate alla povertà, come:
dignità e diritti umani; legalità; partecipazione e cittadinanza attiva; nuovi stili di vita; Chiesa e povertà; glocalizzazione.
Al fine di mettere in moto un sistema virtuoso di ascolto, osservazione e discernimento, che conduca alla consapevolezza della necessità di agire concretamente, in prima persona, senza trovare giustificazioni in un meccanismo oramai diffuso e consolidato di delega, che ci porta troppo spesso a pensare “va beh, anche se non lo faccio io, c’è qualcun’altro che se ne occuperà”.
Dobbiamo pertanto investire soprattutto nell’educazione di noi giovani per coltivare un ideale ed uno stile di vera fraternità.
I giovani che hanno lavorato insieme vi pongono qualche domanda e vi offrono alcuni spunti di riflessione.
Eccoli:
Povertà a Mantova? Nessuno ne parla. Forse non interessa, forse non rende interessi. In questi giorni, trattando questo argomento, ci siamo accorti della necessità di informare e sensibilizzare di più i cittadini. Percepiamo la tendenza a nascondere le situazioni scomode e che non portano guadagno, facendo ricorso a deleghe continue tra enti ed organizzazioni che poi non seguono da vicino questi problemi.
Il motto del nostro incontro è “Ci metto la faccia” Noi siamo disposti a farlo, e voi?
Come giovani cittadini cristiani, abbiamo la voglia e la forza di lottare per ciò che riteniamo importante ed abbiamo la speranza di vivere in un mondo che ci lasci un po’ di posto.
Sappiamo che le nostre non possono e non devono restare solo parole, stiamo capendo insieme che il primo passo da fare è acquistare la consapevolezza dei nostri diritti ed ancor più dei nostri correlati doveri. Così da poter uscire da noi stessi per comprendere i bisogni degli altri. Per farlo però abbiamo bisogno di voi, della comunità e delle istituzioni che voi rappresentate.Vi chiediamo dunque un dialogo vero ed autentico che non nasconda errori e difficoltà esistenti.
Ad esempio ci chiediamo:
perchè, se la povertà è un fenomeno diffuso e dinamico, che non tocca solo aspetti economici, ma anche morali e spirituali, le istituzioni politiche non se ne occupano e demandano al solo Terzo Settore? Lo Stato e le sue manifestazioni locali si prendono cura delle persone in situazioni di povertà? E la politica non riesce a cogliere davvero le necessità dei cittadini e rispondervi? Scoperto che l’illegalità, anche di stampo mafioso, esiste nel nostro territorio, quali battaglie si stanno combattendo al riguardo? Voi ci state mettendo la vostra testa e la vostra faccia? Operano le istituzioni politiche per promuovere forme di sviluppo di nuove tecnologie in grado di produrre energia da fonti naturali, che ci renderebbero autonomi rispetto alla dipendenza da combustibili fossili e ci permetterebbero di valorizzare le nostre ricchezze?
Crediamo che sia importante che ci aiutiate a realizzare campagne di sensibilizzazione, che diate un sostegno a quelle realtà che già si occupano di povertà per renderle più efficaci e capaci di arrivare davvero a tutti coloro che hanno bisogno.
Crediamo che una quota dei fondi pubblici debbano essere destinati prioritariamente al sostegno dei diritti e della dignità di ogni persona, davvero ognuna.
Crediamo che sia necessario che le nostre non restino solo domande o provocazioni… ma che pian piano arrivi anche qualche risposta. La prima potrebbe essere: “ANCH’IO CI STO”!!!
Grazie dell’attenzione e buon lavoro… sperando che sia insieme.
(frutto di una riflessione comune di oltre cento ragazzi)
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