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3 NOVEMBRE 2024 - XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
Dt 6,2-6 Sal 17 Eb 7,23-28 Mc 12,28-34:
Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
Commento a cura di Padre Gian Franco Scarpitta
Amore antico e nuovo
Ancora un tentativo di confondere Gesù e di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Questa volta con il quesito dello scriba su quale sia il più grande comandamento della Legge, cioè della Scrittura. Vi erano ben 613 disposizioni nella Legge di Mosè che il popolo era tenuto a conoscere e ad applicare e un Decalogo che ne costituiva l'epitome e la sintesi, che anche noi conosciamo e che Gesù ha perfezionato nella sua missione e nei suoi insegnamenti. Ma qual è il primo, in ordine numerico e anche in ragione di importanza o di precedenza? .............Continua a leggere
AUDIO VANGELO DELLA DOMENICA
Mc 12,28-34: Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
3 NOVEMBRE 2024 - XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
Dt 6,2-6 Sal 17 Eb 7,23-28 Mc 12,28-34: Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
Il commento è di Paolo Curtaz
Il commento è di Paolo Curtaz
LAUDATO SI', L'ENCICLICA DEL PAPA SULL'AMBIENTE
««Laudato si’...»: così nacque la più bella poesia del mondo
«Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so’ le laude, la gloria, l’honore et onne benedictione, ad Te solo, Altissimo, se konfàno et nullu hono ène dignu Te mentovare».
Il Cantico delle Creature, è una delle più belle composizioni poetiche di tutto il mondo e di ogni tempo.
Era il 1224, e Francesco giaceva ammalato su un lettuccio del suo San Damiano, la chiesetta diroccata dove una ventina di anni prima aveva ricevuto dal Cristo crocifisso il messaggio che aveva cambiato la sua vita e dove erano adesso insediate Chiara e le sue sorelle.
Papa Francesco ha voluto dedicare a quella lode infinita a Dio creatore e al creato la sua nuova enciclica Laudato Si’, che è stata pubblicata il 18 giugno, per ricordarci che l’uomo – proprio secondo la lettera e lo spirito del Genesi – non è il padrone dell’universo (Uno solo è il Padrone) ma che ne è il guardiano, il Custode; e che alla fine dei tempi, come ciascuno di noi dovrà riconsegnare a Dio la sua anima concessagli immacolata e da lui più volte sporcata e strappata, ricucita e ripulita, l’umanità dovrà riconsegnarGli il creato.
Che è stato concesso all’uomo per goderlo in tutta la sua bellezza e nella varietà infinita delle sue luci, dei suoi profumi e dei suoi sapori; ma che non gli è stato dato come un osceno balocco da violare e da prostituire, come un’immonda merce da vendere e comprare, e su cui speculare. Il creato che appartiene a tutti gli esseri umani, e soprattutto agli Ultimi della Terra.