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Storia della Parrocchia - Parrocchia Santa Maria degli Angeli

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Storia della Parrocchia

La Parrocchia

La Storia della Parrocchia degli Angeli
La parrocchia si estende in una zona completamente fuori città, delimitata a nord dal lago e a sud dalla ferrovia Mantova-Milano. Praticamente comprende tutto il territorio della frazione di Borgo Angeli. Verso la fine del medioevo la chiesa era inclusa nel complesso del convento dei padri Domenicani riformati, sorto sul terreno donato dal signore di Mantova, G. Francesco Gonzaga. La scelta del titolo Santa Maria degli Angeli ricorda quello della Porziuncola, forse un delicato omaggio alla famiglia dei Francescani.
La comunità dei Domenicani venne poi soppressa nel 1646 dopo la sciagurata guerra di successione (1629-1630). Verso la fine del 1600 tutto il complesso passò ai Francescani di Sant'Antonio che rimasero fino al 1769.
Nel 1798 Santa Maria degli Angeli come chiesa passa alla diocesi e la parrocchia prende così il nome di San Lazzaro (già istituita nel 1400) in Santa Maria degli Angeli.
La pavimentazione in cotto antico del sagrato e della piazzetta e gli ingressi ad archi acuti si armonizzano bene con la facciata della chiesa in stile puro gotico-lombardo, dal deciso sviluppo verticale raffinato e accentuato da tre pinnacoli.
Affiancato da lapidi sepolcrali, spicca l'elegante portale in marmo scolpito, con la lunetta un tempo ornata di un affresco che ricorda nella parte superiore l'Incoronazione della Vergine.
L'immagine veneranda della Madonna degli Angeli, con la sua radiosa preziosità, illumina l'intera chiesa. E' un dipinto a tempera su tavola di centimetri 195x80 che raffigura la Vergine Maria alta e solenne nella sua ieratica fissità, avvolta da una miriade di angeli, che cantano e suonano.
L'accenno poi di architetture e di paesaggio con castelli sullo sfondo, le forme evidenti della Vergine, che si avvicina a chi la guarda e altri aspetti consentono di assegnare il dipinto allo stile gotico tardo, attribuendolo secondo gli esperti a Niccolò da Verona, discepolo di Andrea Mantegna.
Le vetrate istoriate filtrano la luce modulandola con i loro vividi colori, sono perfettamente in sintonia con le chiese gotiche e concorrono a conferire in larga misura una aura sacrale.

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