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Verso il Sinodo Diocesano: Prima tappa di avvicinamento

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Verso il Sinodo Diocesano: Prima tappa di avvicinamento

Parrocchia Santa Maria degli Angeli
Pubblicato in Sinodo Diocesano · Sabato 23 Nov 2013

“Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il Suo
Spirito!” (Nm 11,29)
Dai vescovi agli ultimi fedeli laici: insieme parlano di Dio

In virtù del battesimo, il cristiano partecipa alla vita di Cristo e vive le tre dimensioni costitutive della fede: la dimensione regale (una prassi di vita conforme al Vangelo), la dimensione sacerdotale (la celebrazione della vita e dei doni che Dio ci ha dato), la dimensione profetica (la capacità di accogliere la Parola di Dio, di riconoscerla e di incarnarla nel nostro tempo).
Nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium al n. 12, si dice che il popolo di Dio partecipa all'ufficio profetico di Cristo mediante la testimonianza che dà di Lui, per mezzo di una vita di fede e di carità. In virtù di questo, come si legge nella Lumen Gentium:
La totalità dei fedeli, avendo l'unzione che viene dal Santo, (cfr. 1 Gv 2,20 e 27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando «dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici» mostra l'universale suo consenso in cose di fede e di morale. E invero, per quel senso della fede, che è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità, e sotto la guida del sacro magistero, il quale permette, se gli si obbedisce fedelmente, di ricevere non più una parola umana, ma veramente la parola di Dio (cfr. 1 Ts 2,13), il popolo di Dio aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa ai santi una volta per tutte (cfr. Gdc 3), con retto giudizio penetra in essa più a fondo e più pienamente l'applica nella vita.

Dunque, tutti i fedeli, dal primo all'ultimo, insieme, parlano di Dio. Ciò implica che la verità della fede, tutta intera, la ritroviamo nel consenso unanime del Popolo di Dio e il cammino che esso compie assieme consente di penetrare nel mistero cristiano sempre più in profondità.

Tutti parlano, insieme e assistiti dallo Spirito Santo, di Dio. Non solo pochi, non solo uno: non solo io, non solo il vescovo o il papa. Ciascuno, dunque, accanto al fratello, è invitato a dare testimonianza della fede nella propria vita e, sorreggendosi in fraternità gli uni con gli altri, nella comunità dei credenti.

La vita ecclesiale, dunque, dovrebbe avere un perno nel favorire questa testimonianza della fede dei battezzati che, nella comunione fraterna, la totalità del Popolo di Dio esprime.

Ciò a cui siamo invitati a porre il nostro sguardo è alla nostra situazione personale (al nostro cammino di fede), alla situazione della nostra comunità, alla situazione della nostra diocesi, rispetto ai cammini e ai percorsi che stiamo vivendo.

«Sentire con la Chiesa»
tratto dall'intervista di papa Francesco a padre A. Spadaro, direttore di “La Civiltà Cattolica”

… «L’immagine della Chiesa che mi piace è quella del santo popolo fedele di Dio. È la definizione che uso spesso, ed è poi quella della Lumen Gentium al numero 12. L’appartenenza a un popolo ha un forte valore teologico: Dio nella storia della salvezza ha salvato un popolo. Non c’è identità piena senza appartenenza a un popolo. Nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae considerando la complessa trama di relazioni interpersonali che si realizzano nella comunità umana. Dio entra in questa dinamica popolare ». «Il popolo è soggetto. E la Chiesa è il popolo di Dio in cammino nella storia, con gioie e dolori. Sentire cum Ecclesia dunque per me è essere in questo popolo. E l’insieme dei fedeli è infallibile nel credere, e manifesta questa sua infallibilitas in credendo mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo che cammina. Ecco, questo io intendo oggi come il “sentire con la Chiesa” di cui parla sant’Ignazio. Quando il dialogo tra la gente e i Vescovi e il Papa va su questa strada ed è leale, allora è assistito dallo Spirito Santo. Non è dunque un sentire riferito ai teologi». «È come con Maria: se si vuol sapere chi è, si chiede ai teologi; se si vuol sapere come la si ama, bisogna chiederlo al popolo. A sua volta, Maria amò Gesù con cuore di popolo, come leggiamo nel Magnificat.
Non bisogna dunque neanche pensare che la comprensione del “sentire con la Chiesa” sia legata solamente al sentire con la sua parte gerarchica». E il Papa, dopo un momento di pausa, precisa in maniera secca, per evitare fraintendimenti: «E, ovviamente, bisogna star bene attenti a non pensare che questa infallibilitas di tutti i fedeli di cui sto parlando alla luce del Concilio sia una forma di populismo.
No: è l’esperienza della “santa madre Chiesa gerarchica”, come la chiamava sant’Ignazio, della Chiesa come popolo di Dio, pastori e popolo insieme. La Chiesa è la totalità del popolo di Dio». «Io vedo la santità nel popolo di Dio, la sua santità quotidiana. C’è una “classe media della santità” di cui tutti possiamo far parte, quella che di cui parla Malègue» …

Per la riflessione

Io e il popolo di Dio:
In che misura mi sento parte del popolo cristiano che è la Chiesa? Che cosa mi distanzia? Che cosa mi fa sentire appartenente al popolo di Dio?

La comunità e il popolo di Dio:
Come sai accogliere le persone? Quando ti senti accolto?

Il discernimento del popolo di Dio:
Dove vedi l'azione di Dio nel popolo di cui sei parte?

La diocesi e il popolo di Dio:
Come la diocesi, unione di tante comunità, guidata dal vescovo, può servire la maturazione del sentire di fede della mia comunità?




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1 recensione
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Pietro
Domenica 08 Dic 2013
Il sinodo potrebbe dare la spinta definitiva ad una vera corresponsabilità dei laici all'interno del popolo di Dio
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